I ponti di Roma e la loro importanza.
I ponti di Roma erano intesi come tramite, come mezzo per superare ostacoli naturali e congiungere due rive opposte affinché la Città potesse guadagnare maggior respiro. Per realizzare un ponte serviva occorreva l’intervento diretto dell’Imperatore ,e più tardi nei secoli, degli stessi Pontefici della Chiesa Romana. Durante La Repubblica era compito dei censori la manutenzione dei ponti e delle vie, compito che nel medioevo passò ai maestri delle Strade. La tecnica per la costruzione di un ponte non richiedeva solo tecnica ma anche sacralità, perché l’acqua, primo elemento indispensabile alla vita, era sacra. Così il vecchio Tevere, solenne come un Dio, ma sempre minaccioso e brontolone, dovette piegarsi all’evidenza dei fatti e introdursi nella città di Roma similmente a un serpentone dai movimenti lenti, ma costanti, fino all’abbraccio del mare. Un ponte dietro l’atro, da Tor di Quinto alla foce, lasciano che il Tevere se ne vada per i fatti suoi, giocherellando con la corrente per creare mulinelli.
(Fonte: I Ponti di Roma – Giuliano Malizia)
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