La statua dell'Imperatore Augusto di Prima Porta, realizzata in marmo, è conservata nei musei vativani. Questa statua è stata datata alla fine del I secolo a.C., raffigura l’imperatore stante con la gamba destra a sorreggere il peso del corpo mentre la sinistra è posta all’indietro. É palese il richiamo al canone greco, ma l'ideale del decoro s'intreccia palesemente a quello del bello. Questa posizione delle gambe ricorda molto da vicino il Doriforo di Policleto a cui l'artista ha fatto riferimento per la realizzazione della sua opera. Augusto ha il braccio destro in avanti e con quello sinistro sostiene il paludamentum (mantello del generale romano). Il volto è giovanile e i capelli sulla fronte sono disposti nel caratteristico tipo a coda di rondine. Accuratamente studiata la figura, che ha gli attributi del condottiero e quelli dell'oratore, è in atteggiamento di calmo e sicuro domimo.
Ai piedi della statua in marmo vi è Eros su un delfino che con la mano sinistra tocca la gamba di Augusto ad indicare un legame diretto con l’imperatore. Nulla in questa statua è lasciato al caso infatti anche la scelta di rappresentare Eros sul dorso di un delfino non è casuale poiché Venere oltre ad essere la madre di Eros è anche madre di Enea, padre a sua volta di Iulo da cui la gens Iulia discendeva.
Le rappresentazioni che si trovano sulla corazza hanno un significato che va a di là della loro raffigurazione; simboleggiano la potenza e il ruolo di Augusto come princeps e guida di Roma
Al centro compare il re dei Parti, che restituisce le insegne al popolo romano personificato dal dio Marte accompagnato dal cane. Ai lati sono rappresentate le personificazioni sedute di due province sottomesse (Gallia e Hispania).
In alto compaiono la quadriga del Sole, la personificazione di Caelus, quella di Rugiada e di Aurora che inseriscono la scena principale in una dimensione cosmica e simboleggiano la nuova era e la nuova pace instaurata col principato dopo anni di guerre civili.
In basso compaiono Apollo (divinità a cui Augusto era legato) sul dorso di un grifo alato e sua sorella Diana su di una cerva. Infine ancora più in basso Tellus, dea dell’abbondanza sdraiata con cornucopia.
Foto di: Gian Luigi Oddone
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