Nella Roma dell’età repubblicana non si costruivano teatri stabili in pietra perché si vedeva negli spettacoli un pericolo per la moralità dei cittadini. Solamente sul finire della repubblica Pompeo fece costruire il primo teatro di pietra. Oggi tra il Campidoglio e il Tevere è visibile il Teatro di Marcello, fatto costruire da Cesare e terminato sotto Augusto nell’ 11 a. C. che lo dedicò alla memoria di suo nipote Marcello. I notevoli resti si devono alla sua utilizzazione, nel Medioevo, come roccaforte delle famiglie baronali romane prima che, nel cinquecento, fosse trasformato in Palazzo, per i Caetani, da Baldassarre Peruzzi. La scelta del luogo per la costruzione del teatro era stata dettata dalla vicinanza del Tempio di Apollo in onore del quale si svolgevano fin da età molto antica speciali feste comprendenti spettacoli scenici.
Il Teatro di Marcello aveva un diametro di 130 m, un edificio completo provvisto di una salda unità architettonica, non vincolato da alcuna esigenza topografica o orografica come il teatro greco.
L’antica struttura del Teatro di Marcello
La cavea era di forma semicircolare ed era sorretta da muri semicircolari di sostruzioni. Questi muri erano in blocchi di tufo, in opera reticolata e in laterizio, formavano l’intelaiatura sulla quale si appoggiavano le gradinate in marmo bianco. La capienza è stata calcolata di 15.000 posti, 20.000 in caso di necessità. L’ambiente della sottocavea aveva la volta decorata con stucchi bianchi a tondi e ottagoni arricchiti da figurine.
All’esterno si aveva una facciata in travertino a triplice ordine. Oggi sono ben visibili i due ordini inferiori ad arcate su pilastri con semicolonne doriche e ioniche, mentre il superiore aveva paraste corinzie.
Le chiavi d’arco dei due piani inferiori erano decorate da mascheroni di marmo che facevano riferimento alla tragedia, alla commedia e al dramma satirico.
La scena, di modesta profondità, con prospetto probabilmente rettilineo, decorata da colonne e statue di marmi bianchi e colorati, era fiancheggiata dalle due aule o parasceni a triplice navata e completata alle spalle da una grande abside eretta contro le eventuali inondazioni del Tevere.
Il teatro era coperto con velario. E’ noto dalle fonti che vi erano 36 vasi bronzei per facilitare l’acustica.
Foto di: Gian Luigi Oddone
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