Fu il progetto di Giovanni Guerrini, Ernesto Bruno La Padula e Mario Romano ad essere scelto, sotto la supervisione di Marcello Piacentini, e il cantiere si aprì nel 1938, ma fu inaugurato ancora incompleto nel 1940. 54 archi – 9 file orizzontali e 6 verticali – per 60 metri di altezza con una base di 53 metri. Fu ultimato solo nel 1951, alla fine del conflitto mondiale, così come il resto del quartiere, che divenne Eur e fu indicato come nuovo polo burocratico e amministrativo della capitale. Pur essendo relativamente giovane rispetto alla storia di Roma, è diventato un monumento-simbolo di un’importante zona della capitale. Il richiamo all’Anfiteatro Flavio è evidente nella costruzione architettonica fatta di archi, mentre nella scelta del travertino come materiale per il rivestimento si evocano i fasti dell’antica Roma, ma strutturati in un preciso parallelepipedo di base quadrata.
Non trascurare il piccolo segreto visibile dal buco di una serratura sul monte Aventino e
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